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La scelta dell'intervento terapeutico per l'autismo o altri Disturbi Pervasivi dello Sviluppo: confusioni, differenze e linee guida

Enrico Micheli


Indice

- introduzione
- 1. La prima confusione:le differenze epistemologiche
- 2. Confusioni all'interno del gruppo degli interventi psicoeducativi
- 3. Differenze di "scuola" all'interno degli approcci psicoeducativi
- 4. L'intervento psicoeducativo moderno
- 5. La realtà dell'intervento psicoeducativo oggi in Italia
- 6. Conclusioni
- 7. Bibliografia

 

Introduzione

Da circa 15 anni il mondo dell'Autismo attraversa anche nel nostro paese un periodo di forte cambiamento, miglioramento, ma anche di confusione e disillusioni. Molti papà e mamme, molti insegnanti e operatori, per diversi motivi impegnati in questa battaglia sono spesso davanti a scelte complesse e a forti difficoltà nella strada per cercare e ottenere trattamenti adeguati per i bambini colpiti.

Anche se la situazione generale è migliorata rispetto al passato, ancora troppo spesso genitori in serie difficoltà emotive e pratiche affrontano un tortuoso e faticoso percorso per la diagnosi, fanno fatica a trovare adeguati servizi, incontrano operatori e insegnanti che sono privi di formazione o esperienza professionale adeguata e aggiornata, che offrono un servizio scarso e turbato da frequenti turnover. Ancora troppo spesso i genitori non sono adeguatamente coinvolti e informati. A questo fardello, si aggiungono a volte altre preoccupazioni: la maggiore informazione diffusa, i contatti tra genitori, oltre a fornire essenziali supporti emotivi e cognitivi comportano spesso l'effetto collaterale dell'angoscia, dell'incertezza sul corretto trattamento, sia nei casi in cui ahimè il bambino non riceve trattamento o lo riceve antiquato e inadeguato, sia purtroppo anche nei casi in cui il bambino è seguito con il tipo di trattamento più aggiornato e valido. E' un mondo in cui c' è grande confusione, e in cui sembra che il bisogno disperato che tutti hanno di migliorare le cose si traduca sempre in maggiore incertezza.Internet pubblicizza l'esistenza di moltissimi "metodi" di "cura" per l'autismo; su questo c'è poca chiarezza, molta competizione e molte illusioni, molto business. C'è bisogno di un forte impegno in una chiara e corretta informazione, anche per far si che le associazioni dei genitori possano svolgere utilmente il loro sempre crescente ruolo di avvocati per migliori servizi presso le agenzie che investono il denaro pubblico o svolgono i pubblici controlli sulla salute. La confusione e la scorretta informazione ha portato un cambiamento rispetto ai primi anni di "rivoluzione", in cui c'era maggiore unità: sempre più spesso scoppiano polemiche all'interno stesso delle associazioni genitori che sa il cielo quanto invece avrebbero bisogno di accordo, unità per poter usare bene le loro energie scarse e messe a dura prova.

Certamente non c'è solo il problema della confusione di pensiero e della scorretta informazione scientifica, a rendere difficile il percorso faticoso di riabilitazione delle persone colpite; c'è l'indubbia difficoltà della condizione, che rappresenta una sfida di per sé non da poco; e c'è l'intreccio tra aspetti culturali e scientifici e debolezze organizzative, inadeguata formazione professionale, competizione tra persone e tra organizzazioni, cattiva allocazione delle risorse economiche. I bisogni di diagnosi, cura, qualità della vita delle persone con autismo e dei loro famigliari pongono sfide ardue in pratica, concettualmente oggi ben conosciute e affrontabili in modo razionale. Ho l'impressione a volte che questi bisogni finiscano come noccioline in uno schiaccianoci: confusione di pensiero e conoscenze da una parte, debolezze organizzative e conflitti economici e di potere dall'altra. Questo mio lavoro cercherà di chiarire la confusione di pensiero su trattamenti; di evidenziare al contrario le legittime differenze presenti in diversi filoni dell'intervento psicoeducativo; di spiegare come è improprio vedere queste differenze come metodi antagonisti. Queste differenze servono per sviluppare l'esperienza che sola può portare a un'utile sintesi.

 

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