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Integrazione e educazione: due diritti in contrasto?

di Enrico Micheli
(Estratto da AUTISMO e disturbi dello sviluppo Vol. 2, n. 2 maggio 2204
Edizioni Erickson Trento, che ringraziamo per la gentile concessione)


Indice

- sommario
- introduzione
- Conoscenze scientifiche sull'autismo e sul trattamento: una responsabilità
- L'intervento educativo nella sfera scolastica
- La valutazione delle abilità del soggetto autistico
- La programmazione delle attività educative
- Organizzazione al servizio degli aspetti tecnici
- Il problema dell'integrazione
- Integrazione: aspetti tecnici
- Conclusioni: verso una riforma
- Bibliografia

 

Conoscenze scientifiche sull'autismo e sul trattamento: una responsabilità

Oggi non si può più sopportare il ritornello: «Dell'autismo non si sa nulla, non sappiamo come fare, è una cosa controversa, è un problema misterioso ... ». L'autismo è uno dei disturbi più conosciuti, all'interno dei disturbi l'età evolutiva. Ed è quello per cui è più chiaro oggi cosa si può fare e cosa è opportuno fare. Questo non vuol dire affatto che sappiamo perfettamente cosa bisogna fare per migliorare la qualità della vita di questi individui. Sappiamo che «autismo» è un termine che indica la presenza di diverse menomazioni, in campo sociale, comunicativo e cognitivo; che queste menomazioni creano disabilità; che questa disabilità produce un handicap. Sappiamo che, in numerosissimi casi, alle disabilità derivate dalle menomazioni tipiche dell'autismo si aggiungono altre disabilità legate a menomazioni associate: ritardo mentale, iperattività, e altro. L'importanza dell'educazione per il trattamento delle disabilità dell'autismo e delle menomazioni associate, così come l'importanza dell'educazione per il trattamento delle disabilità in generale, è indiscussa. Inoltre sappiamo che per questi problemi esiste un corpus scientifico e metodologico di conoscenze, sul trattamento, e sull'educazione delle disabilità per le riduzioni dell'handicap, che non può essere ignorato, e che offre concrete possibilità di miglioramento ampiamente documentate. Sanità, scuola e servizi sociali, predisposti e dotati di risorse per svolgere questa funzione, non possono permettersi di ignorare e di tralasciare queste conoscenze; sarebbe come se chi lavora in una organizzazione ospedaliera ignorasse che bisogna lavarsi le -mani prima di operare.

Nel campo dei disturbi dello spettro autistico c'è un altro fattore che aumenta la nostra responsabilità nel caso in cui rinunciamo a esercitare ciò che è in nostro potere per migliorare la qualità della vita dei soggetti autistici: la presenza di abilità intatte o non fortemente compromesse, che non possono essere messe a frutto per una esistenza di qualità a causa del disturbo. Non intervenire precocemente e efficacemente per ridurre i comportamenti di ansia e di aggressività, per aumentare abilità di relazione o di comunicazione significa causare sofferenze evitabili e un handicap maggiore.

 

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