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Integrazione e educazione: due diritti in contrasto?

di Enrico Micheli
(Estratto da AUTISMO e disturbi dello sviluppo Vol. 2, n. 2 maggio 2204
Edizioni Erickson Trento, che ringraziamo per la gentile concessione)


Indice

- sommario
- introduzione
- Conoscenze scientifiche sull'autismo e sul trattamento: una responsabilità
- L'intervento educativo nella sfera scolastica
- La valutazione delle abilità del soggetto autistico
- La programmazione delle attività educative
- Organizzazione al servizio degli aspetti tecnici
- Il problema dell'integrazione
- Integrazione: aspetti tecnici
- Conclusioni: verso una riforma
- Bibliografia

 

La programmazione delle attività educative

Quindi il primo aspetto tecnico importante è la valutazione. Da una rigorosa ed esperta valutazione può derivare un'appropriata programmazione delle attività educative. Il programma avrà queste caratteristiche (Schopler, Reichler e Lansing, 1991):

  • ampie possibilità organizzate di esercizio delle abilità possedute;
  • scelta di mete rilevanti per la persona e realistiche;
  • individuazione di obiettivi raggiungibili;
  • costante verifica e monitoraggio, con continui aggiustamenti;
  • attività strutturate in modo da proporre solo un passo alla volta, una difficoltà alla volta.

La programmazione per l'educazione dei bambini disabili deve essere rilevante per loro, per i loro bisogni, e non deve essere affatto una semplificazione ed un adattamento del curriculum scolastico. Solo alcuni individui, ben identificati con l'attività di valutazione accurata di cui abbiamo parlato, con una accurata valutazione clinica, potranno derivare le loro mete rilevanti dal curriculum scolastico. Molti di questi li troveremo proprio tra i bambini con disturbi dello spettro autistico perché molti, una ragguardevole minoranza, potrebbero non avere reali difficoltà a svolgere parti del normale curriculum scolastico. Qui occorre attenzione perché anche questi bambini con autismo hanno comunque handicap in campo sociale, comunicativo, motivazionale, e quindi anche per loro è fondamentale, come per la maggioranza dei bambini con difficoltà, uno specifico curriculum di riabilitazione. L'educazione dei bambini disabili nella scuola si baserà su uno speciale curriculum, perché i bambini normodotati hanno già appreso o sviluppato le abilità di questo speciale curriculum precedentemente all'ingresso della scuola. Per esempio: i bambini autistici anche grandicelli hanno ancora necessità di apprendere semplici comportamenti di intersoggettività; questi comportamenti saranno quindi obiettivi rilevanti del loro curriculum. I bambini normodotati raggiungono questi comportamenti prima dei diciotto mesi! Potete immaginare come già in una classe della scuola materna ci sia un divario che non può che essere notato e considerato rilevante per progettare un diverso curriculum.

Per concludere va rivelato che i bambini che passano ore di lavoro su obiettivi adeguati imparano, migliorano le loro abilità, diminuiscono i problemi di comportamento. Le ore che i bambini autistici a sano ad assistere ad attività della classe per loro prive di significato, o a svolgere adattamenti del programma svolto dagli altri senza che sia esplicitamente un loro obiettivo, sono ore perse e fonte di gravi problemi. La programmazione delle attività non si basa abitualmente su precise valutazioni ed è parte di un balletto formale di carte tra le diverse componenti del processo di interazione scolastica (Sanità e Scuola), che richiede un tempo lunghissimo, è frequentemente un semplice adattamento delle aree di curriculum della classe, non ha alcuna caratteristica che lo definisca un appropriato programma di educazione di tipo riabilitativo.

 

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